DALLE PAROLE AI FATTI
 

A Dhaka le attività sono già iniziate

Qui a Dhaka abbiamo cominciato alcune attività finanziate grazie alla solidarietà popolare italiana. Speriamo che le azioni possano presto incrementare grazie all'approvazione del progetto presentato ad enti finanziatori istituzionali.

Attività di fisioterapia

Già da alcuni mesi, un fisioterapista tedesco lavora per la riabilitazione fisica delle pazienti colpite dall'acido solforico presso l'ospedale della ong nostra partner, "GK". Il lavoro del fisioterapista è supportato dal personale locale che, nel lungo termine, acquisterà nuove e migliori tecniche di trattamento.

Un reparto per grandi ustionati e il supporto psicologico

Stanno terminando i lavori strutturali del padiglione che, gestito da COOPI, sarà dedicato interamente ai pazienti ustionati; intanto abbiamo già potuto rendere funzionanti quattro stanze dedicate alla fisioterapia ed alle attività di supporto psicologico. Per queste ultime abbiamo contattato diversi psicologi locali per stendere un programma di formazione per assistenti sociali che lavoreranno all'interno del reparto. Con noi lavora a tempo pieno un logista ed amministratore locale che si occupa anche dei rapporti con le strutture amministrative statali, oltre a farci spesso da interprete in quanto poche persone conoscono ed utilizzano la lingua inglese per comunicare.

Non abbassare lo sguardo

In questi primi mesi abbiamo avuto moltissimi contatti con i media; è tornato anche Ugo Panella, il fotoreporter che aveva pubblicato le prime foto su "D" di Repubblica, per fare un servizio più dettagliato. Con lui e con due attiviste di una associazione locale abbiamo visitato sia a Dhaka che presso i loro villaggi, alcune delle ragazze sopravvissute all'acido solforico. Anche i media locali, finalmente, stanno dando un maggior risalto al problema dell'acido, mossi anche da tutta l'attenzione che abbiamo rivolto a questo problema.

Solidarietà tra le ragazze

Per quanto riguarda le ragazze, Bina non vuole procedere ad innesti di chirurgia plastica ricostruttiva perché non vuole che le prendano la pelle dalla schiena, perché poi col sari si vede la cicatrice! E' un bene che abbia conservato la sua vanità e la cura per il proprio corpo. E' sempre molto attiva e visita regolarmente l'ospedale per aiutare le altre pazienti.

Emergenza "quotidiana"

Riguardo alla situazione generale, nel luglio scorso vi è stata una nuova e tremenda inondazione, per fortuna meno grave di quella dell'anno scorso. La diga che protegge la città di Comilla a 120 km da Dhaka ha ceduto, e tutta la città è stata allagata: 20.000 persone sono senza alloggio. Sulle strade di Dhaka è purtroppo usuale vedere tantissime famiglie accampate con armi e bagagli. Si spera che la diga di Dhaka non ceda. Hanno mandato l'esercito per proteggere gli argini.

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